Fame nervosa: gestirla o accoglierla?
- meleecannella
- 18 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Se hai cliccato su questo titolo sperando in una strategia definitiva per "gestire" la fame nervosa, potresti rimanere spiazzata.
Perché quello che voglio offrirti oggi non è un controllo in più, ma un giudizio in meno. Una possibilità nuova: accogliere quella fame, osservarla, e farle spazio.

🤍 Non è una nemica da combattere
Siamo abituati a pensare alla fame nervosa come qualcosa di “sbagliato”. Un impulso da reprimere, una debolezza da superare, un attacco da gestire con forza di volontà. Ma se ti dicessi che è solo una forma di comunicazione?
Mangiare senza fame fisica può essere un modo che il nostro corpo (e la nostra mente) ha per cercare conforto, calore, rassicurazione, stimoli, rilassamento. Quante volte mangi quando sei stanca, frustrata, in ansia, annoiata, triste o perfino felice ma sovraccarica?
Quella non è colpa tua. È una strategia. Magari non efficace sempre, ma umana. E legittima.
🍫 Più ti privi, più ci pensi
Un concetto importante che voglio lasciarti oggi è questo: più cerchi di resistere a un alimento, più quell’alimento prenderà spazio nella tua mente.
È un meccanismo naturale: il nostro cervello, quando qualcosa è vietato o rarefatto, lo percepisce come prezioso, urgente, desiderabile. È come dire: "non pensare a un elefante rosa"… e tutto ciò che riesci a immaginare è proprio quello.
E allora cosa succede? Quando finalmente “cedi”, spesso non riesci a fermarti.
Perché non è solo fame, è reazione al divieto. È iperalimentazione compensatoria.
🌿 L’alternativa: normalizzare quel cibo
Una via più gentile e molto più efficace è questa: concediti quel cibo. Mangialo lentamente, con presenza. Goditelo. E ascolta quando il corpo dice stop.
Può sembrare paradossale, ma più un cibo diventa normale, meno potere ha su di te. Quando non è più “l’ultima volta”, “lo sgarro” o “la cosa proibita”, può essere semplicemente un biscotto, un cioccolatino, una fetta di pane. Una scelta, non un automatismo.
Questo non vuol dire che ogni impulso debba essere seguito. Ma che ogni impulso può essere ascoltato con curiosità, e poi puoi decidere cosa farne.
✍️ Un esercizio pratico: la lista delle 5 cose gratificanti
Quando senti arrivare la fame nervosa, prima di rispondere d’istinto, fermati un momento. E chiediti:
“Di cosa ho davvero bisogno?”
Per aiutarti a dare spazio a questo ascolto, crea una lista personale di 5 azioni gratificanti, piccole ma accessibili, che puoi fare quando ti senti agitata, nervosa, sopraffatta. L’idea non è evitare il cibo, ma darti un ventaglio di possibilità.
Esempio di lista:
Mangiare un biscotto con calma e una tazza di tè
Scrivere 3 cose belle successe oggi
Ascoltare una canzone che mi rilassa
Uscire sul balcone e prendere un po’ d’aria
Fare un piccolo disegno o massaggiarmi le mani con la crema
NB. Includi anche il cibo, ma in mezzo ad altre alternative. Così, se scegli di mangiare, sarà una scelta vera, non una reazione automatica.
🌸 In conclusione
Accogliere la fame nervosa (oppure sarebbe più opportuno chiamarla emotiva) non significa assecondarla sempre, ma riconoscerla per ciò che è: un linguaggio. Un richiamo. Un bisogno che si sta cercando di esprimere.
E solo quando impariamo ad ascoltarlo senza giudizio, possiamo davvero prendercene cura.
Smettiamo di cercare soluzioni contro di noi. Proviamo a cercare alleanze con noi stesse. Sempre con gentilezza, presenza e amore.
A presto!
Le tue nutrizioniste,
Francesca, Elena e Angelica
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